DIMORE 2023
Alba Area Gallery | Via Ciro Menotti 22 | Brescia | Studio Roberto Dolzanelli
dal 5 Febbraio al 4 Marzo 2023
Ambient Ligth: Marco Generali
Sound Track: Angelo Petronella
INDIZI
Oggi ho deciso di sistemare la mia piccola dimora.
Non so se tale esercizio elementare possa giovare alla mia specie homo sapiens, per lo meno la specie di lingua italiana.
Così costeggio dapprima il perimetro delle camere, molto articolato, esteso, non so se si perda in estensione, però non riesco a ritrovare il punto d’arrivo che mi congiunga alla partenza.
So per certo, come la filosofia cominci oltre i saperi e le letterature, non sono avvezzo invece a trovare i miei passi lì dove l’abitudine dovrebbe facilitare il cammino. Al contrario, se chiudo gli occhi, riesco a ritrovare l’orientamento.
Cerco un cammino mediano tra l’oblio di una geometria arrogante e fedele, e la cecità che mi pone questioni difficili, ma che procura incontri rari e miracolosi.
Negli spostamenti mi affido ai bordi finiti: ecco allora l’inizio delle decisioni rigorose.
A partire o meno da questi lasciti, cerco una carta della Terra.
Teorie formali degli spazi separati. Due casi: 1. conoscere la posizione dei soggetti ma ignorare la loro vita; 2. conoscere la vita dei soggetti ma ignorare la loro posizione.
Un nuovo spazio è definito dagli oggetti, osservo la mia dimora disordinatamente, si tratta di un universo stratificato.
Ecco una lista di tecniche assai correnti: due monitor, un paesaggio, un veloce percorso effettuato su due ruote nel cortile, in alto, sopra dei ripiani, contenitori di gesso trovati in un luogo molto segreto, tracce e impronte di vite umane.
Censire è una pratica che spetta all’etnografia.
I luoghi sono articolati, mi viene in mente che se giro l’angolo potrei decidere di andare alla ricerca delle ombre interiori, allora, proseguo a tentoni.
Inizio. Lýkos (lupo), Lucus (bosco sacro), Leuk (bianco/luce).
Mi sposto lentamente allungando le mani su una lunga mensola, non mi accorgo delle distanze, per cui non so mai la mia posizione e la mia velocità di movimento.
Il movimento fa perdere i luoghi.
Ci siamo: il tatto racconta delle carezze e degli incontri con gli oggetti, si tratta di un gruppo di cinerari di cui sento le superfici porose in stoffa, terracotta in odore di olio, pagine dopo post immersione, graffite, anima dolorosa, randonné.
Ph. Mauro La Rosa
LÍKOS (Lupo) 2023, 30x50x10 cm. light box, legno vetro opalino, fotografia, luce
TEORIE FORMALI DEGLI SPAZI SEPARATI 2000, tavola n° 1 di 10, letraset trasferibili, fotografia su cartoncino 25x80 cm
Ph. Mauro La Rosa
LEUK (Luce) 2023, 35x120x1,8 cm, legno, luce led
PERIMETRAZIONI 2020, video, proiezione dimensione e supporto variabile
ECO 1980, 30⌀x40 cm. terracotta smaltata
CINERARI 1988, gesso, cenere, cordone da tappezzeria, sfere di vetro 16∅mm. dimensioni ed installazione variabili
LUCUS (Bosco Sacro) 2023, 30x30x10 cm. cornice di legno, fotografia, specchio
DIMORE FELICI 1988, forme in gesso, sfere ∅ 16 mm. di vetro, base di legno, dimensione ed installazione variabile
MIRAGGI 2000, video, proiezione dimensioni e supporto variabile
RANDONNÉE (Esodo) 2004, scarpe, libro, spago, base legno, installazione variabile
ANIMA DOLOROSA 1991, grafite ∅12xh137 cm. base alluminio