FIANCO A FIANCO
Gravemente insufficiente
FIANCO A FIANCO 1994
Dino Ferruzzi con Pasquale Campanella e Angelo Petronella
per l'evento KaleidoscopioUno / Gravemente insufficiente / Monsampolo Arte 1994
a cura di Maria Grazia Torri
Scuola Media Statale "Don P. Mignini" / Monsampolo del Tronto (Ascoli Piceno)
Ventiquattro registratori portatili, disposti come a ricreare lo spazio di un'aula scolastica, diffondono le voci di alcuni alunni della Scuola Media Statale "Croci" di Paderno Dugnano (Milano), su una parete è proiettata un'immagine (schema tratto da "La crisi della modernità" di David Harvey) sulle Strutture del mercato del lavoro in condizione di accumulazione flessibile.
Immagine che invita ad una riflessione sulla scuola, che da spazio sociale ed educativo, sta diventando un luogo di nuovi esperimenti politici e sociali che provengono dalla mutata organizzazione del lavoro in epoca post fordista. La conoscenza stessa diventa un bene fondamentale, da produrre e vendere come merce al miglior offerente.
La proiezione luminosa è li, fissata sul muro come una giocosa girandola, sembra inconsistente, ma incombe pesantemente sulle vite delle persone aprendo futuri incerti.
Gli scritti invece, brevi racconti, sono come segni incisi, sistemati sulla parete fuori dall'aula, parlano delle esistenze spensierate ma anche delle paure delle giovani esistenze, dei giochi, delle passioni che ognuno di loro coltiva.
Fianco a Fianco, progetto nato in collaborazione con la scuola dell'hinterland milanese, vuole essere un invito al dialogo e alla vita sociale, fuori dalle logiche competitive, trasformative e speculative del capitale capace solo di sostituire immaginari collettivi e storie individuali con prodotti standardizzati. Il vociare e le scritture dei ragazzi sono invece una risposta lieve ma potente, un'esperienza che mette a nudo l'impensabilità del vivere, gli affetti, il desiderio di stare insieme, coltivare l'immaginazione e la capacità di immaginare l'altro. Il vociare si fa sempre più alto nei toni, diventa un rumore, è l'inizio del mondo.
I materiali presentati in mostra sono la restituzione di un percorso di laboratorio tenuto con i ragazzi della scuola lombarda. Oltre alle testimonianze audio, sono stati prodotti degli scritti, tutto raccolto in un contenitore e consegnato alla curatrice, che come novello Hermes, ha trasportato e recapitato il dono agli studenti della scuola ospitante, invitandoli con i propri insegnanti, a mantenere e continuare il progetto iniziato.
Della mostra è stato prodotto un catalogo cartaceo.