DI COLLOCAZIONE IMPROBABILE
DI COLLOCAZIONE IMPROBABILE 1995
Performance / Durata 40’ c.ca
30 Ottobre 1995 / Unico evento / Teatro Verdi Via Pastrengo 16 / Milano
Ideazione e progetto video: Dino Ferruzzi
Progetto sonoro: Angelo Petronella
con
Bechari Bouabid
Chantal Ahanda Mewole
Emanuel Kuamambu Nginamau
Ezzaouia Mubarek
Karinm Alassane
Saidou Moussa Ba
Interventi con oggetti sonori:
Lucrezia Botton
Dino Ferruzzi
Coordinamento con il gruppo dei performer: Bianca Dacomo Annoni
Ph. Davide Ziglioli
Pensiamo l’emigrazione come spostamento verso un territorio di cui si devono ridefinire le coordinate dal punto di vista sia fisico che psicologico.
In questa definizione entrano in gioco comportamenti e approcci alla realtà che sono radicati nella cultura dell’emigrato e che determinano il tipo di rapporto con il nuovo ambiente in cui si trova a vivere.
Vogliamo proporre anche a noi stessi un tentativo di ricollocazione nella nostra realtà quotidiana.
I ritmi e le relazioni delle metropoli impongono un’identità che va ripensata, cercata e sperimentata.
Di collocazione improbabile costituisce un ambiente visivo/sonoro propositivo in questo senso: la realtà in cui ci si trova va decodificata e ricostruita con una volontà di riconoscimento delle qualità umane e percettive, sia esteriori che interiori, che costituiscono lo spazio di relazione con l’altro.
Di collocazione improbabile è una performance multimediale in cui interagiscono, voci, suoni e immagini
I suoni sono emessi da 6 lettori portatili di cassette a nastro dislocati lungo il perimetro del teatro a circondare il pubblico seduto in platea. Detti suoni consistono nell’elaborazione elettronica di frasi pronunciate in diverse lingue (elaborate fino alla totale incomprensione del loro significato) e da emissioni vocali da parte delle sei persone che prendono parte alla performance.
I performers (non professionisti) si muovono ad intervalli regolari lungo il perimetro della platea, seguendo la stessa linea dei registratori portatili, raccontano ognuno nella propria lingua, frammenti dell’esperienza vissuta per raggiungere l’Italia e dell’impatto con la realtà del paese che li ospita. Su due angoli opposti del teatro, sono disposti due persone che intervengono suonando degli oggetti.
You need not wash. Due monitor video disposti sul palco trasmettono immagini in loop di mani e di un corpo che si sporcano e si lavano con gesti ripetitivi e ossessivi, una metafora che allude, sia al gesto di Ponzio Pilato che non si assume alcuna responsabilità per la sorte che toccherà a Gesù, ma anche al ripulirsi dello sporco quando ci si sente contaminati e lerci da chi è diverso.
Preparativi per la performance e controllo delle apparecchiatura tecniche
Fasi della performance e l'intervento sonoro
You Need Not Wash, immagini da video